Front Furlan - Consiglio Provincia di Udine
giovedì 10 marzo 2016
giovedì 4 febbraio 2016
sabato 30 gennaio 2016
martedì 5 gennaio 2016
giovedì 17 luglio 2014
Riforma costituzionale del Titolo V: occorre porre rimedio all' invenzione Friuliveneziagiulia
Il 17/07/2014 Front Furlan ha depositato il seguente
ORDINE
DEL GIORNO DI INDIRIZZO per le modifiche al titolo V della
Costituzione della Repubblica Italiana, inerenti lo status della
Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia
PREMESSO
che la riforma costituzionale all'attenzione del Parlamento vuole
cambiare volto all'aspetto istituzionale dell'Italia operando in due
direzioni:
-
ridurre i limiti parlamentari al potere governativo con la
sostanziale abrogazione del Senato
-
rendere più omogenea l'azione legislativa centrale con la riduzione
degli spazi di autonomia regionale
RILEVATO
che è interesse di questa Provincia, inserita nel contesto di una
Regione a statuto speciale, capire cosa resterà del Friuli –
Venezia Giulia alla fine di un percorso che ambiguamente sembra
salvarne le attuali potestà ma rimanda ad un prossimo futuro
cambiamenti più o meno concordati
CONSIDERATO
che la riforma della parte di Costituzione di cui si sta occupando in
questi giorni il Governo è il Titolo V dove si parla di Regioni
VISTO
l'art.131 della Costituzione vigente che elenca le Regioni il quale
continua a riportare la denominazione ufficiale Friuli-Venezia Giulia
VISTO
che la legge costituzionale del 1963 che ha definito il nostro
Statuto Speciale in vigore riporta anch' essa la denominazione
ufficiale “Regione Friuli-Venezia Giulia”
RILEVATO
che con le modifihe costituzionali effettuate nell' anno 2001 il nome
della nostra Regione all'art. 116 è stato modificato passando da
Friuli-Venezia Giulia a Friuli Venezia Giulia eliminando il trattino
e che dette modifiche non hanno riguardato solo la nostra Regione ma
anche il Trentino-Alto Adige diventato Trentino-Alto Adige/ Sudtirol
e la Valle d'Aosta diventata Valle d'Aosta/ Valle d'Aoste
CONSIDERATO
che nei casi di Tentino-Alto Adige e Valle d' Aosta è stata aggiunta
la denominazione, parziale o totale, nella lingua minoritaria che
rappresenta la maggioranza della popolazione di quei territori
EVIDENZIATO
che nel 2001 analoga modifica non è stata fatta anche per il Friuli
e la Sardegna che si trovavano nelle medesime condizioni e le cui
lingue sono state riconosciute dalla Legge 482 del 1999 in
attuazione dell'art.6 della Costituzione
ATTESO
che anche nel caso del Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta le
modifiche apportate nel 2001 all'art.116 non sono state riportate
all'art. 131
EVIDENZIATO
che per quanto riguarda il Friuli-Venezia Giulia e il significato di
Friuli le modifiche costituzionali non hanno solo formato un
pasticcio legislativo ma hanno generato una doppia distruzione di
identità: linguistica e geografica. Linguistica poiché si è voluto
ridurre il significato costituzionale di una lingua minoritaria
riconosciuta parlata però dalla maggioranza degli abitanti del
Friuli. Geografica poiché sostanzialmente si è passati da una
Regione costituita da due realtà geografiche, appunto il Friuli e la
Venezia Giulia, ad una unica indistinta Friuli Venezia Giulia.
La
cosa all'epoca è passata inosservata salvo la scorretta modifica di
tutte le scritture ufficiali.
La
questione non è banale e ripropone un tema storico, geografico e
politico che la stesura originale della Costituzione aveva di fatto
affrontato in via transitoria, in attesa che un trattato definitivo
di pace decidesse sui confini della "patria".
Che
cosa sia geograficamente il Friuli è noto e la sua connotazione
storica moderna lo ripartisce in due parti, quella occidentale sotto
il prevalente dominio veneto e quella orientale facente parte dei
territori ereditari della corona asburgica.
La
Venezia Giulia è una definizione geografica inventata in epoca e
clima risorgimentale che per lo stato italiano stava ad indicare i
territori del nordest non appartenenti allo stato italiano stesso e
che venivano rivendicati per la presenza parziale di comunità
italiane e soprattutto per fini strategici militari.
Gli
irredentisti del periodo precedente la prima guerra mondiale, ma
anche le organizzazioni politiche di lingua italiana non
irredentiste, preferivano usare il termine di regione Giulia con
riferimento a tre specifiche realtà distinte, l'Istria, Trieste e il
Friuli. Dove per Friuli si intendeva l'area della Contea di Gorizia e
Gradisca abitata da popolazioni di lingua italiane e friulana.
Giuridicamente
la Venezia Giulia nasce alla fine della prima guerra mondiale e
riguarda tutti i territori a nordest conquistati militarmente e in
procinto di entrare a far parte organicamente del Regno d'Italia.
A
parte la parentesi della Provincia del Friuli costituita tra il 1923
e il 1927 per motivi di ridimensionamento numerico degli sloveni nel
collegio elettorale, la Venezia Giulia è un concetto geografico
istituzionale indissolubilmente legato alla volontà espansiva
italiana nell'area balcanica, alla logica della assimilazione delle
popolazioni alloglotte ed a territori che le conclusioni della
seconda guerra mondiale hanno per gran parte definitivamente
attribuito ad altri stati.
VALUTATO
che l' approssimarsi del dibattito parlamentare sulle modifiche
costituzionali può essere l' occasione per risolvere le incongruenze
di denominazione delle Regioni a statuto speciale elencate
all'art.116.
tutto
ciò premesso, il Consiglio Provinciale
IMPEGNA
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
ad
attivarsi presso il Presidente della Giunta ed il Presidente del
Consiglio della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Governo ed
i parlamentari eletti in Regione, al fine di intraprendere ogni
azione necessaria
-
per aggiornare l'elenco delle Regioni di cui all'art.131 della
Costituzione
Per
il Friuli-Venezia Giulia non si tratta solo di ripristinare il
trattino ma di prendere atto che il termine Venezia Giulia ha un
significato storico politico deviante legato ad una stagione ormai
finita e che deve essere relegata unicamente agli studi degli
storici. Senza dimenticare che proprio il significato irredentistico
che alla Venezia Giulia era stato attribuito e la sua gestione
grettamente nazionalista hanno interagito in forma violenta con altri
nazionalismi determinando la quasi totale scomparsa della cultura e
della lingua italiana da una parte essenziale di quei territori.
-
per dare alla nostra Regione una denominazione più corretta che può
essere quella di "Friuli e Trieste". Il Friuli considerato
unitariamente nelle sue due ex componenti veneta ed asburgica e
l'area di Trieste costituita dall'ex zona A del Territorio Libero di
Trieste che trattati di pace, più o meno contestati, hanno
definitivamente attribuito all'Italia.
-
per correttezza legislativa e per rispetto dell'art.6 della
Costituzione che non distingue tra minoranze linguistiche che hanno
alle spalle uno stato e minoranze che non lo hanno, il termine Friuli
va accompagnato dalla sua traduzione Friûl in analogia a quanto
fatto per il Sudtirol e la Vallee d'Aoste. Senza dimenticare che la
stessa modifica va fatta anche per la Sardegna/Sardinia.
L'
auspicio è che questo diventi un modo intelligente per celebrare il
centenario della prima infausta guerra mondiale ed accettare
seriamente una logica di avanzamento della unità Europea come spazio
dove tutte le nazionalità, maggioritarie e minoritarie, possano
trovare una loro sicura collocazione.
Il
consigliere proponente
Federico
Simeoni
Si ringrazia l' ex consigliere regionale Giorgio Cavallo per aver fornito il testo che ha ispirato la redazione dell' ordine del giorno depositato.
martedì 1 luglio 2014
Designazione nuovo Consigliere dal Cda del Convitto Nazionale P. Diacono di Cividale
Viste le dimissioni del rappresentante designato dalla Provincia di Udine all' interno del Cda del Convitto P. Diacono di Cividale, entro e non oltre il giorno 12/07/2014 si selezionano candidature da segnalare all' Amministrazione. info@frontefriulano.org
giovedì 17 aprile 2014
Front Furlan interviene sulle servitù militari
Solo a titolo
esemplificativo le rammento la base di Rivolto e i poligoni del monte
Bivera, dei Rivoli Bianchi e del Dandolo.
Su Rivolto abbiamo
impatti da rumorosità, inquinamento da idrocarburi e danni alle
residenze su cui si continua a glissare senza voler quantificare
misure di mitigazione e risarcimenti.
I poligoni invece,
ubicati anche in zone di elevato valore ambientale di interesse
addirittura comunitario, penalizzano lo sviluppo turistico di vaste
zone vocate e costituiscono grossa preoccupazione per potenziale
inquinamento da metalli pesanti e forse isotopi radioattivi.
Tutti questi aspetti
vanno posti sul piatto senza tentennamenti o atteggiamenti
arrendevoli o servizievoli.
Il Friuli ha già dato.
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